Twitter conferma: nella natura siamo più felici

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Circa il 55% della popolazione mondiale vive oggi nelle grandi città o nelle aree orbane. Secondo una proiezione del Dipartimento Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, nel 2050 questa cifrà salirà a due terzi della popolazione.
Contestualmente, assistiamo ad un aumento della diffusione dei disturbi dell’umore, dovuti al ritmo accelerato con cui si vive, gli inquinanti e la disconnessione dagli ambienti naturali in cui gli esseri umani si sono evoluti.
Il dato è così importanti che sempre più studi cercano di capire la connessione tra salute mentale, benessere ed esposizione alla natura. Alcune delle teorie al proposito sono la famosa teoria della biofilia (di cui ho già parlato qui e qui); Stress Reduction Theory che indica una diminuzione dello stress fisiologico successivamente al contatto con la natura; Attention Restoration Theory la quale vede come benefici la capacità attentiva e, di conseguenza, cognitiva.

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Un gruppo di ricercatori (Schwartz & al., 2019) ha capito più nel dettaglio che tipo di cambiamenti ci sono nelle nostre emozioni e nel nostro umore quando passiamo del tempo in un’area verde. Lo studio ha coinvolto l’area di San Francisco (di particolare importanza per quantità e varietà di natura e per facilità di fruizione): i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di poter registrare la loro posizione e i messaggi inviati su Twitter prima, durante e dopo la visita ad un’area verde. Le parole usate nei messaggi sono state analizzate con l’Hedonometer, uno strumento che quantifica l’emozione del testo basandosi sul valore di felicità attribuita alle parole: per esempio, su una scala che va da 1 (meno felice) a 9 (più felice), la parola “raggi solari” ha un valore di 7.9 contro il 3.3 della parola “traffico”.
Ecco le tre domande alle quali Schwartz e colleghi hanno cercato di rispondere e i relativi risultati:

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1) Qual è il tipo e la durata del cambiamento di emozioni visitando parchi urbani?
I messaggi su Twitter postati nei parchi hanno un valore di emozione più alto rispetto a quelli inviati prima e dopo la visita. Lo stesso valore si raggiunge solamente nel giorno di Natale. Questo cambiamento sembra iniziare già un’ora prima della visita ed è durato da 1 a 4 ore dopo il tweet, probabilmente per l’emozione di attesa, il sollievo di prendersi tempo per sé, l’incontro con amici.

 

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2) Qual è l’associazione tra tipologia di parco e il cambiamento di emozioni?
I parchi regionali mostrano il più alto valore di cambiamento, seguiti dai parchetti di quartiere e i parchi gioco per bambini. Le piazze mostrano i cambiamenti più esigui.
I parchi regionali hanno maggiori proprietà ristorative perché sono più ampi e dunque la visita dura mediamente più a lungo, è presente una maggiore biodiversità e maggiore distanza e separazione dagli ambienti urbani. Insomma, le dimensioni da sole non contano.

 

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3) Che cosa indicano le frequenze di uso delle parole sui meccanismi che regolano il cambiamento di emozioni?
Si è notato un abbassamento della frequenza di parole come “no, aspetta, non posso” e delle parole “io, me”. Quest’ultimo dato è molto interessante e conferma studi precedenti che vedono nel contatto con la natura l’opportunità di passare da un modo di pensare individuale ad uno collettivo, con potenziali ricadute sul comportamento prosociale. Un argomento così avvincente che vi dedicherò un post in futuro.

 

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I meccanismi coinvolti nel miglioramento della salute mentale a contatto con la natura vanno investigati ancora meglio in futuro. La scienza ci dice che almeno due ore del nostro tempo dovremmo passarlo ogni settimana a contatto con la natura per sperimentarne i benefici. Inoltre dovremmo costruire o espandere le aree verdi a disposizione delle persone: visto che sempre più persone andranno a vivere nelle città, dovremo portare l’ambiente naturale verso di esse.
 
Photo by Paul Jarvis on Unsplash
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