Circa un anno fa ho fatto un intervento per “Beck News” riguardante l’ora legale, la cui introduzione sta per avvicinarsi anche quest’anno, tra sabato 30 e domenica 31 marzo. In quell’occasione, riportavo le motivazioni dell’introduzione e gli studi che invece andavano in senso contrario, soprattutto per le conseguenze negative sulla salute del mancato adattamento al nuovo orario, di cui soffrono moltissime persone. Stiamo parlando, ad esempio, di:
difficoltà ad adattare il ritmo sonno-veglia, con problemi dell’addormentamento;
perdita di concentrazione e produttività, anche come conseguenza della perdita di sonno;
maggiore prevalenza di infarti, per il forzato adattamento al nuovo ritmo;
aumento dei suicidi, soprattutto nelle prime settimane dopo il cambio di ora;
senso di fatica e irritabilità.
In definitiva, non stiamo parlando di semplici fastidi transitori.
La ragione di questo maladattamento è da cercare nel nostro orologio biologico interno che crea il ritmo circadiano, ovvero, l’alternarsi di veglia e sonno che il nostro corpo ha costruito nel corso della nostra vita sulla terra: tutti gli esseri viventi terrestri, infatti, si sono evoluti su un pianeta con determinate caratteristiche, tra le quali un periodo di rotazione che dura più o meno 24 ore. (Per ulteriori informazioni sull’affascinante argomento del ritmo circadiano, leggi il mio post su quali colori ci aiutano a dormire e quali a rimanere svegli).
Nel 2017 il premio Nobel è stato assegnato ad un gruppo di ricercatori statunitensi per un prezioso lavoro sul ritmo circadiano, studio di cui ho parlato in questo post. Anche grazie a questo, a febbraio dello scorso anno è arrivata la richiesta alla Commissione Europea di valutare se abolire l’ora legale. Poiché l’84% dei 4,6 milioni di risposte è stato favorevole all’abolizione, la Commissione ha trasmesso la proposta al Parlamento, il quale ha votato in accordo (410 voti a favore). Di conseguenza, il 2021 sarà l’anno in cui gli Stati membri decideranno se rimanere in permanente orario solare o legale.
Queste decisioni sono particolarmente delicate anche sul piano economico in quanto potrebbero avere un impatto importante sul mercato unico europeo.
Come ci organizzeremo in Italia nel 2021 non è ancora possibile saperlo ma questa decisione sarà sicuramente accolta da molti con un sospiro di sollievo.