“Al Luogo delle Piogge arriva Colui-che-cerca-chi-lo-ama. È questo un posto diviso, perché questa città ti appare a seconda di come vedi la pioggia. È lo stesso posto, è la stessa pioggia, ma una parte della città è un luogo di dolore: pesante, carico di lacrime, coperto, spento. Sembra che non ci siano cose brillanti. C’è solo un suono costante che non separa la notte dal giorno, né l’ora dall’ora. È difficile dire dalla luce che entra attraverso la finestra quale parte della giornata stia accadendo fuori: la mattina è grigia come il pomeriggio, il pomeriggio è buio come la sera, la sera è oscura come la notte. Né il sole né la luna sono visibili, né le stelle, poiché questo posto si trova sotto il dominio delle nuvole ed esse dominano tutto. Si accumulano in gran numero, al punto che le moltitudini di nubi sono senza soluzione di continuità e appaiono come un cielo continuo e ininterrotto. Ogni singola forma di nuvola non si distingue, poiché tutto si perde nel tutto. È come un atlante del nulla, questo cielo. Una mappa dei luoghi perduti, su cui incombe un lungo pianto.
Dall’altra parte della stessa città c’è una infinita bellezza e si trova nel suono della pioggia mentre canta sui tetti e gioiosa danza per le strade fino a quando non si incontra e poi si dissolve, ognuno dei suoi cuori che toccano il suolo ed esplodono per l’eccitazione. È un’armonia diversa dalle altre eppure la si può ascoltare più e più volte. A volte è come un’orchestra i cui minimi e le ottave, le cui semiottave cadono dal cielo. A volte è come sentire il tango gioire dei propri passi. A volte è come un mare calmo che è venuto a non dirti nulla e viene di nuovo e non ti dice nulla e non ti dice nulla affatto. Ma c’è una infinita bellezza in ogni goccia che cade, perché ognuna riluce come gli occhi di una donna innamorata e brilla.”