Da cosa hanno origine le emozioni?

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Foto di Johannes Plenio su Pexels

Perché proviamo certe emozioni?

Che significato hanno?

A cosa servono?

E, soprattutto, come possiamo gestirle?

Se c’è qualcosa che ci rende davvero umani, sono le emozioni. Misteriose, sfuggenti, a volte persino contraddittorie… eppure fondamentali. Non possiamo afferrarle né controllarle del tutto, ma sono proprio loro a farci sentire vivi. Le emozioni, anche quelle che ci disorientano — come la rabbia, la tristezza o il senso di colpa — possono accompagnarci in un percorso di riconnessione profonda con noi stessi. Sono come bussole interiori che ci riportano verso casa. Una casa fatta di memoria, consapevolezza e forza vitale.

E la cosa sorprendente è che le emozioni non si scelgono. Accadono.

Etichettiamo i nostri sentimenti, cerchiamo cause, suggeriamo strategie… eppure continuiamo a essere attraversati da emozioni che spesso sfuggono al controllo. Possiamo pianificare ogni dettaglio della giornata, ma non possiamo decidere di essere felici alle 10 del mattino e tristi alle 6 di sera. Emozioni come la depressione, la gioia, la paura o l’amore si manifestano da sé, indipendentemente dalla nostra volontà.

Ecco perché molti si affidano a metodi, corsi, diete o tecniche che promettono di “gestire” le emozioni, di tenerle a bada, di riprendere il controllo. Ma, in fondo, lo sappiamo: nessun libro motivazionale, nessuna meditazione trascendentale o pratica orientale può davvero darci il potere di dirigere a comando ciò che sentiamo. Perché le emozioni non sono interamente nostre. Sono parte di qualcosa di più grande.

Proviamo emozioni perché siamo vivi. E perché siamo parte di un ecosistema complesso, fatto non solo di materia, ma anche di energia. Tristezza, ansia, serenità, entusiasmo… sono espressioni di questa energia che scorre dentro e fuori di noi. Sono innate, inscritte nel nostro codice biologico, nel nostro istinto, nella nostra storia evolutiva. E tutte, in modi diversi, riflettono la vitalità della natura.

Quando sentiamo un’emozione, stiamo percependo un movimento dell’energia della vita che ci attraversa. “Emozione”, in fondo, significa proprio questo: energia in movimento da dentro di noi a fuori di noi (dal latino ex movère). Prendiamo la depressione, ad esempio. Non è solo una sensazione negativa: è un tipo di energia profonda, lenta, pesante, che ci invita — forse contro la nostra volontà — al silenzio, al raccoglimento, alla sospensione.

E se osserviamo la natura, possiamo riconoscere questa stessa energia: nella nebbia che avvolge tutto e rallenta il tempo, nel caldo soffocante di un pomeriggio senza vento, nella quiete assoluta di una palude, nella profondità dell’inverno, nel buio delle prime ore del mattino. Anche questi sono momenti in cui la vita sembra ritirarsi, rallentare, sospendersi. Ma non per punire o tormentare: semplicemente perché anche questo è parte del suo ciclo.

La Terra, dopotutto, non è né giusta né ingiusta. È indifferente ai concetti umani di equità. Funziona secondo leggi che includono il contrasto, l’alternanza, l’equilibrio tra opposti. Così come la luce ha bisogno dell’ombra per essere percepita, anche la felicità si definisce attraverso la tristezza. Le emozioni, come le stagioni, si alternano. E ogni picco, per esistere, ha bisogno di una valle.

Le emozioni, in realtà, non le abbiamo create noi. Le abbiamo soltanto nominate.

E forse non siamo così diversi dalla natura che ci circonda. Pensiamo al vento: può essere impetuoso, rabbioso, tenero, malinconico. Proprio come noi. Una brezza estiva ha un “carattere” completamente diverso dal morso gelido di un vento invernale. Anche in questi movimenti della natura possiamo riconoscere delle emozioni. Ed è qui che si svela una verità profonda: le emozioni non sono soltanto dentro di noi, sono parte del respiro stesso della Terra. Sentirle significa partecipare alla grande danza della vita.

ispirato a Philip Sutton Chard, The Healing Earth.

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