Perché i vecchi horror non spaventano più

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Nel 1981 Stephen King, celebre scrittore americano di racconti dell’orrore spesso portati sul grande schermo, pubblicava un articolo sul genere. Nel profondo, secondo lui, siamo ancora bestie primitive assetate di sangue che si mozzerebbero la testa a vicenda, se solo potessimo. I giochi di lotta piacciono, ma si preferisce guardare certe atrocità seduti davanti ad uno schermo.

La storia del cinema è andata quasi di pari passo con quella dei film horror. La prima proiezione, anche se di soli 12 secondi, risale al 1891; solo 5 anni più tardi la gente cominciò a svenire guardando Le manoir du diable, considerato il primo film horror della storia. Da allora, le sale si riempirono di pellicole su vampiri, assassini e morti in decomposizione. Ma come mai i vecchi film non ci fanno più tanta paura?

Ebbene, la tecnica di produzione è il tallone d’Achille delle pellicole in generale.
Pensiamo a King Kong (1933): la gente fuggì a gambe levate dalle sale. Guardiamolo oggi, e tutto quello che vediamo è un pupazzo che si muove in maniera bizzarra. Come è possibile che la gente di inizio XX sec. non vedesse quel burattino per come lo vediamo noi oggi? Secondo l’esperta di cinema Tarja Laine (Università di Amsterdam), un mostro del genere era qualcosa di completamente nuovo allora, ecco perché sembrava reale. Negli anni ’30 un mostro dall’aspetto scimmiesco che camminava tra esseri umani era davvero sconvolgente.
Pensiamo ad una pellicola più vicina a noi, Jurassic Park (1993): i dinosauri allora sembravano talmente veri da farlo diventare un successo al botteghino ed una pietra miliare per i film con i lucertoloni preistorici; a vederlo ora, ci è più evidente la rigidità di questi “animali”, i movimenti lineari, gli occhi spenti. Soprattutto se confrontati con film di venti anni più nuovi, come Prometheus, in cui la computer graphic fa praticamente tutto.
Come dicevamo, è la tecnica il problema. Gli effetti speciali usati anni fa non sono più così speciali, paragonati a quello a cui la tecnologia ci abitua anno dopo anno, con sorprendente rapidità. Ogni volta che guardiamo un vecchio film (o uno nuovo, ma fatto male), quegli effetti non più tanto speciali rompono l’incanto della “sospensione di incredulità”, per la quale, in un’opera di fantasia, crediamo alle bizzarre creature se sono abbastanza convincenti.

Accanto alla tecnica, occorre dire che per un film efficace occorre che ci sia dentro quello che la gente, in quel momento storico e in quella cultura, trova spaventoso. Ogni periodo storico ha i suoi “mostri” preferiti, come per esempio “morte e putrefazione” nei vecchi film in bianco e nero.
Fino agli anni ’50 sono mostri come Godzilla e quello di Frankenstein a far da padrone: questi sono esempi di esperimenti scientifici fuori controllo.
Gli anni ’60 e ’70 furono quelli di matti e psicopatici: come dimenticare Psycho (1960) e The Texas Chainsaw Massacre (Non aprite quella porta, 1974). Queste figure furono ispirate a persone realmente esistite e tristemente note alla cronaca come Ed Gein e Charles Manson.
Negli anni ’80 fu il trionfo delle secchiate di sangue, anche a costo di sfiorare il ridicolo. Parliamo di film come The Evil Dead (La Casa, 1981), reso cult proprio da questo equilibrio tra horror ed esagerazione.
Gli anni ’90 hanno visto il fiorire di film con protagonisti gli adolescenti, fetta di mercato che si stava avvicinando più alla fantascienza e al suo uso di effetti speciali.
Il nuovo millennio ha visto il proliferare del genere mocumentary (capostipite The Blair Witch Project, 1999), in cui il film viene prodotto così da sembrare un documentario o quello che rimane delle registrazioni amatoriali di un gruppo di amici. Da annoverare anche le pellicole torture-porn, in cui ragazzi rapiti sono vittime delle più inenarrabili sevizie (Hostel, Saw).
In tutti questi decessi siamo così assuefatti ed abituati al realismo dei bagni di sangue che i vecchi film sembrano piuttosto amatoriali e mancano il bersaglio.

Cosa dovranno inventarsi, quindi, per produrre nuovi film dell’orrore convincenti e, soprattutto, capaci di farci saltare dalla sedia?!
L’oggetto delle paure è, ovviamente, personale. Molte persone non trovarono The Blair Witch Project interessante per la mancanza di sangue e violenza, mentre molte altre urlarono al capolavoro per la tensione che creava. I film horror del futuro oscilleranno sempre tra raccapriccio e psicologia, spolverando temi già utilizzati o trovandone di nuovi grazie a fatti di cronaca o le tendenze della società.

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