E così un’opinione personale si trasforma in una cultura.[/vc_column_text][vc_column_text]Un esempio è la percezione dell’immigrazione dei rifugiati politici e dei profughi di guerra, particolarmente intensa nel corso degli ultimi anni. Quello che media e politici ci vogliono far credere è che sia in atto una vera e propria invasione. I dati dell’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) ci dicono invece una cosa molto diversa. Il numero di persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa è di 70 milioni: è come se l’intera Italia fosse costretta da guerra e devastazione a emigrare. Di questi, però, la maggior parte si sposta all’interno della propria nazione o nel proprio continente, in Africa subsahariana e nord, Asia e Medio Oriente (soprattutto Turchia).
L’Europa ospita circa 3 milioni di rifugiati. Ecco una tabella che ci fa render conto di come, effettivamente, non è in atto alcuna invasione e che l’Italia accoglie molti ma molti meno rifugiati di altre nazioni, fungendo più che altro da corridoio di spostamento verso altre nazioni.
[/vc_column_text][vc_column_text]Nonostante la realtà dei fatti sia questa, l’onda cavalcata di cui parlavo sopra crea comunque una cultura della paura. I dati forniti dalle Forze dell’ordine evidenziano un’aumento del 38% dei crimini a base razzista e xenofoba dal 2013 al 2017. Di questi, quasi la metà sono incitamento alla violenza.
Nel 2018 in Italia sono state raccolte 628 segnalazioni di discriminazione e violenza razzista. 180 di questi sono discorsi di odio, quasi equamente distribuiti tra dichiarazioni pubbliche di esponenti politici, iniziative locali, messaggi diffusi con i social netweork. Quest’ultimo canale, tra l’altro, è sottostimato in quanto non è possibile controllare tutti i profili privati utilizzati per diffondere messaggi di odio. Le dichiarazioni pubbliche sono state fatte soprattutto da alcuni esponenti della Lega Nord, Fratelli d’Italia e Casapound e, considerando che il primo era partito di governo e il secondo sembra attrarre molto consenso, è facile capire quale narrazione pubblica prevalga. Il rapporto completo può essere trovato a questo link.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”9167″][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Il progetto “Words are stones” (in inglese, “Le parole sono pietre”) parte oggi 8 gennaio 2020 ed ha come obiettivo quello di arginare razzismo e xenofobia:
- analizzando i discorsi politici xenofobi e discriminanti
- organizzando incontri informativi
- fornendo gli strumenti per prevenire e rispondere ai discorsi di odio
- coinvolgendo i giovani in campagne informative
- sensibilizzando i politici alla promozione del dialogo.
Il fine ultimo è quello di costruire “una società europea democratica, unita, coesa e pacifica“.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ecco uno dei 5 video che sono stati prodotti per il progetto, che vedono degli italiani qualsiasi in situazioni quotidiane, per esempio il pranzo.[/vc_column_text][vc_video link=”https://www.youtube.com/watch?v=ZykBPM-MQFE” align=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Segnalo infine un incontro molto interessante che avrà luogo sabato 10 gennaio (ore 10-13) presso il Centro di Psicanalisi Romano:
Memoria e Shoah. Violenze e trauma, una mattinata di riflessione alla memoria del trauma della shoah e ad altre forme di violenza genocida.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]